Saper aspettare. Quanto è difficile? Poche cose sono più complicate del trasformare la delusione in attesa, in pazienza. Un termine che viene utilizzato spesso ultimamente, che per una volta utilizzerò (nonostante non sia tra i miei preferiti) è resilienza; in parole povere, la capacità di non rompersi nonostante le mille difficoltà.
L’uso prolungato di un sostantivo lo porta quasi a smettere di esistere, come fosse vuoto nella sua pronuncia per le troppe volte in cui gli è stata data vita. Ma stavolta l’essenza di quelle lettere è stata espressa alla perfezione da Aurora. Rabbia, lacrime, sacrifici; e ancora, ancora, ancora. Un iter che tutte e tutti coloro che si allenano ogni giorno duramente affinché possano raggiungere un solo obiettivo, in uno sport che nella sua bellissima realtà è quanto mai austero, conoscono a menadito.
La rigidità con cui la scherma declina al solo vincitore il diritto di alzare le braccia al cielo è la stessa con cui definisce la solitudine del secondo, relegato in uno stato d’inquietudine tra la delusione e la parziale felicità. Stavolta sotto il cielo di Udine le lacrime sono di felicità; quelle di una ragazza romana di diciannove anni che ha saputo mutare la rabbia in convinzione, con la consapevolezza che i sacrifici, per stavolta, sono stati ripagati da una vittoria che di ‘resiliente’ ha molto. Di meraviglioso altrettanto.
E poco importa se Giulia stavolta non è riuscita a imporsi nelle posizioni più alte; perché lei la sua prima gara di Coppa del Mondo l’ha vinta poco tempo fa e il suo peso in oro lo conosciamo alla perfezione. Lo stesso numero di carati, raddoppiati stavolta, che sia lei che Aurora hanno pesato andando a vincere la prova a squadre, annichilendo ogni avversario che si è parato dinanzi.
La più giovane delle rossoblu in gara, Ludovica, che ultimamente sta trovando una quadra a un cerchio senza inizio né fine, ha messo in piedi uno show, conquistando l’ingresso nelle prime sedici con la solita faccia da poker decifrabile solo da chi la conosce bene. Mentre la top trentadue che il nostro Andrea Ursini ha raggiunto nella sua gara di spada maschile è stato un banco di prova per cercare di mettere nero su bianco il suo effettivo valore.
Bianco come un foglio che sta raccogliendo i risultati scritti in rosso e blu. Che continuano ad aumentare e aumentare ancora; fin quando i bordi non saranno consumati e i nomi da scrivere troppi. E i fogli impilati l’uno sull’altro per raccontare storie di rabbia, lacrime e pazienza.
Di seguito i risultati e le foto dei nostri atleti
COPPA DEL MONDO UNDER 20 – UDINE
FIORETTO MASCHILE
112° Ludovico Francia, 135° Edoardo Coronati
FIORETTO FEMMINILE
1° Aurora Grandis, 16° Ludovica Franzoni, 17° Giulia Amore
SPADA MASCHILE
29° Andrea Ursini, 111° Edoardo Carriere
SPADA FEMMINILE
136° Costanza Greggi
FIORETTO FEMMINILE A SQUADRE
1° ITALIA (Giulia AMORE, Matilde Calvanese, Carlotta Ferrari, Aurora GRANDIS)
