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Olga Rachele Calissi tra Club Scherma Roma e Unicusano: “Vivo questa nuova e meravigliosa realtà”

L'ex atleta delle Fiamme Gialle, ormai da due anni al Club, parla della sua nuova avventura con l'Università Niccolò Cusano

Vivere la scherma con la passione di un bambino. Olga Rachele Calissi lo fa sin da piccola, da quando il fioretto era di plastica e la gorgiera non si pensava lontanamente potesse essere elettrificata. Vive sulle pedane ora come il primo giorno, con la gioia di una bimba che si avvicina per la prima volta alla sala, che scopre oggi l’arte del combattimento schermistico e la sua eleganza senza tempo. Ormai da due anni a Roma, Olga ha da poco iniziato la sua nuova avventura a tutto tondo con l’Unicusano, realtà che le permetterà di raggiungere i suoi obiettivi insieme alla famiglia del Club Scherma Roma.
E noi abbiamo fatto due chiacchiere con l’ex atleta delle Fiamme Gialle, parlando del suo passato, presente e futuro.

Olga Rachele Calissi, ventinove anni, da venti sulle pedane. Che cos’è la scherma per te?

“Per me la scherma è giocare a fare la guerra. Ho sempre avuto una propensione a guerreggiare, a confrontarmi; la scherma mi ha permesso di farlo su una pedana. E a quanto pare sono anche brava. Quando ho cercato di snaturare tutto questo, dando altri significati alla scherma, non è mai andata troppo bene. Questo sport è ciò che dal punto di vista caratteriale m’appartiene e mi rappresenta, mettendo in evidenza questa mia incessante voglia di combattere”.

Le tue prime palestre di scherma sono state quelle di Pisa e Livorno. Com’è stato il passaggio in una realtà ‘più grande’ come il Club Scherma Roma?

“Sono cresciuta tra le palestre di Livorno e Pisa, con la prima esperienza sotto le mani di un ‘guru’ come Antonio Di Ciolo. Devo dire che il passaggio nella realtà romana non è stato poi così traumatico: nonostante Roma sia una grande città e il Club Scherma Roma una realtà più grande rispetto a quelle precedenti, il modo di rapportarci tra atleti e maestri in sala è molto ‘familiare’. La sensazione che si ha non è di distacco, si vive in maniera calorosa la palestra, l’inserimento è stato naturale. Gli aspetti che ti permettono di vivere la familiarità sono riuscita a ritrovarli anche in questo ambiente più grande, soprattutto grazie alla qualità delle persone che ci sono.”

Dopo gli anni passati in U20 con la nazionale, dove hai imparato a conoscere Fabrizio Villa, lo hai poi scelto due anni fa come Maestro. Da cosa è stata dettata questa scelta? Ne sei ad oggi convinta?

“La decisione di venire al Club Scherma Roma mi ha portato a dover scegliere anche una nuova guida tecnica. Il Maestro Fabrizio Villa mi conosce sin dai tempi dell’Under 20, ma averlo avuto tra raduni e gare di Coppa del Mondo a fondo pedana è differente dal lavorarci in palestra, ponendosi degli obiettivi. C’era la necessità di incontrarsi prima di iniziare, per capire se questo rapporto potesse andare: Fabrizio è stato intelligente, perché ha saputo adattare un certo tipo di lavoro alle mie caratteristiche d’atleta, fatto su misura per me. Lui dà il massimo e condivide al cento per cento il progetto che ho. Non potrei fare un buon lavoro se avessi davanti a me un Maestro che non crede nelle mie capacità.”

Olga con il Maestro Fabrizio Villa

Una vita passata in Fiamme Gialle, conclusasi poco tempo fa. E subito una nuova sfida e avventura con la Unicusano. Raccontaci com’è nata.

“Più di un terzo della mia vita l’ho passata con i colori verdeoro addosso. Capita che anche nei grandi amori la fiducia reciproca a un certo punto venga meno, e in quel caso la soluzione migliore è lasciarsi. Questo permette però anche di incontrare altre opportunità nella vita, così come è successo a me con la realtà sportiva Unicusano. Sto vivendo adesso questa nuova e meravigliosa realtà, non soltanto dal punto di vista economico, ma anche umano e sportivo. L’Unicusano ha creduto e crede nei miei obiettivi, nella loro realizzazione. È stata la migliore alternativa che potessi mai trovare per continuare a inseguire i miei sogni.”

Le prime uscite di Olga sono state la vittoria in Coppa del Mondo satellite a Copenhagen e il bronzo all’Open International d’Antony in Francia. Niente male direi. Sensazioni?

“Non si poteva chiedere di meglio. Sensazioni positive, sono la dimostrazione di una continuità su cui ho lavorato molto. I fatti parlano chiaramente, salgo sempre sul podio: questo significa che il lavoro è quello giusto.”

Il bronzo di Olga all’Open International d’Antony

Quali sono i prossimi obiettivi di Olga?

“Senza stare a vedere quali gare e quali partecipazioni, l’obiettivo è quello di prendere la medaglia, di salire sul podio. A breve ci sarà la gara italiana di Erba, dove cercherò di arrivare tra le prime tre. Lo voglio fortemente: dalla gara più importante al trofeo di Natale in palestra, ho una voglia matta di arrivare lì sopra.”

Cosa puoi dire ai ragazzi più piccoli che stanno cominciando ad avvicinarsi a questa disciplina?

“Alle nuove leve che si apprestano a entrare nelle sale, consiglio di fare questo sport senza condizionamenti esterni e con la testa ‘vuota’. Spesso la scherma porta a guardare altro, senza riuscire a restare concentrati su sè stessi. Il nostro sport ci deve insegnare a essere liberi di testa, pazienti e lucidi: questo è il primo ingrediente che ogni ragazzo che vuole intraprendere questa disciplina deve essere in grado di utilizzare.”

Olga durante i primi anni di scherma
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